Formazione, grande interesse al I corso per giornalisti
Oltre 30 giornalisti hanno partecipato al corso per la formazione continua “Conoscere il lavoro nel settore agroalimentare” organizzato dalla Fondazione Argentina Altobelli in collaborazione con l’Arga Lazio, l’ordine dei giornalisti agricoli regionale. È stata una mattinata interessante e ricca di spunti per un dibattitto a cui i giornalisti presenti si sono prestati con domande e interventi continui. L’attenzione e l’interesse riscontrati ci confermano che attorno al settore agroalimentare c’è grande considerazione e, per questo, la Fondazione riproporrà, a breve, un altro corso.
Il corso, che si è svolto presso la sede della Fondazione a Roma, è nato con l’obiettivo di offrire sia a chi già si occupa di scrivere del settore agroalimentare sia a chi invece si occupa di altri comparti, un insieme di chiavi di lettura per analizzare in modo completa la complessa realtà della moderna agricoltura italiana. Nonostante sia uno dei maggiori comparti produttivi del nostro paese, infatti, il settore subisce a livello mediatico a volte una scarsa considerazione dovuta da un lato ad una comunicazione per lo più incentrata su temi generalisti e, dall’altro al fatto che le tematiche relative al lavoro vengono trattate senza una adeguata terminologia né una conoscenza approfondita delle dinamiche e, soprattutto, delle norme che lo regolano. Eppure nel settore lavorano un milione e mezzo di persone, il mondo agricolo è profondamente cambiato negli ultimi decenni e si è fortemente evoluto da settore assistito a cuore del Made in Italy e il lavoro è cambiato con esso. Anche il sindacato è molto cambiato negli ultimi decenni e, anche questo, è spesso un elemento che non viene valorizzato.
Dietro ai prodotti che mangiamo e alle marche più famose della grande industria, c’è tutta una realtà fatta di lavoro e di lavoratori, di territori, di contratti conclusi dopo lunghe trattative così come, purtroppo, in alcuni casi anche di sfruttamento, caporalato e lavoro nero. Il mondo agricolo e alimentare è molto più variegato e interessante di come viene raccontato e per questo motivo, la Fondazione, che quest’anno compie 25 anni e che ha tra i suoi scopi principali quello di promuovere iniziative volte ad approfondire e diffondere la conoscenza storico-economico-sociale del sindacalismo agricolo, ha voluto per la prima volta rivolgersi a chi più di tutti ha la responsabilità di diffondere la conoscenza e soprattutto le informazioni in modo corretto ed esaustivo, offrendo un’angolazione diversa per analizzare e interpretare in modo oggettivo questo settore trainante per l’economia e per tutto il Made in Italy.
Dopo il saluto del segretario generale Uila Stefano Mantegazza, Pasquale Papiccio ha introdotto i presenti nella storia ed evoluzione della contrattazione agricola. Una interessante fotografia della presenza a livello nazionale dei braccianti agricoli è stata
presentata dal segretario nazionale Giorgio Carra che, illustrando i dati di una ricerca che ogni anno la Uila realizza sugli elenchi anagrafici dell’Inps, si è poi soffermato su quelle che sono le “spie” del lavoro grigio. Su questo tema e su quello dei voucher molte sono state domande da parte dei giornalisti. Il tema del caporalato e dello sfruttamento della manodopera agricola sono stati affrontati dal sociologo Leonardo Palmisano, mentre un quadro del sindacalismo agroalimentare italiano e dell’importanza del dialogo tra imprese e lavoratori è stato tracciato dal prof. Giampiero Bianchi, dell’Università Cattolica. Infine, il segretario nazionale Uila Pietro Pellegrini ha affrontato il tema della contrattazione e delle relazioni industriali nella contrattazione alimentare.