Presentato a Roma “Partire è breve, arrivare è lungo - racconti dall’altra parte del mare”
Un libro su cui riflettere
È stato presentato ieri, a Roma, il libro “Partire è breve, arrivare è lungo – Racconti dall’altra parte del mare”, edito da Agra Editrice.
Il volume è stato ideato dalla Fondazione Argentina Altobelli per raccogliere una sfida ambiziosa: far riflettere le coscienze sul fenomeno dell’immigrazione, spesso considerato solo da un punto di vista numerico. Per questo sono stati scelti cinque racconti inediti di scrittrici straniere immigrate in Italia, che hanno scelto di vivere nel nostro paese e di scrivere direttamente in italiano e che raccontano in senso metaforico l’idea del viaggio come abbandono della propria vita e possibilità di riscatto in un altro paese. Introdotto dalla poesia di Edmondo De Amicis, “Gli Emigranti” del 1882, che descrive le condizioni degli emigranti italiani alla fine dell’800, drammaticamente simili a quelle degli immigrati di oggi, il volume si chiude con il racconto di un “viaggio al contrario” della scrittrice italiana Simona Vinci, vincitrice del premio Campiello 2016. Con un saggio finale di Laura Zanfrini, docente di sociologia delle migrazioni all’Università Cattolica di Milano, si sono volute poi approfondire le ragioni economico-sociali che stanno alla base dell’immigrazione, in particolare femminile, nel contesto europeo.
Il libro è arricchito da una serie di foto, gentilmente offerte dalla Croce Rossa Italiana e dall’associazione umanitaria Oxfam Italia, che raccontano storie reali di migranti provenienti da vari paesi.
Alla presentazione, moderata dalla segretaria nazionale Enrica Mammucari, sono intervenuti tra gli altri, la responsabile Uila delle Politiche Migratorie Maria Laurenza, che ha svolto la relazione introduttiva, la vicepresidente del Senato Valeria Fedeli, il presidente della commissione lavoro della Camera Cesare Damiano, il presidente della Fondazione Altobelli Pierluigi Bertinelli e le autrici Leyla Khalil, Elvira Mujcic, Ubah Cristina Ali Farah, Anilda Ibrahimi. Erano, inoltre, presenti il segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo, il segretario confederale della Uil Guglielmo Loy, il sindacalista Giorgio Benvenuto, segretario generale della Uil dal 1976 al 1992, il presidente della Copagri Franco Verrascina e il vicepresidente vicario della Copagri Alessandro Ranaldi.
“È inutile negare che il tema dell’accoglienza suscita sensibilità e genera reazioni diverse e opposte, entrambe comprensibili”, ha detto il vicepresidente della Fondazione Stefano Mantegazza concludendo i lavori. “Su questi temi e con questo libro, la Uila e la Fondazione Argentina Altobelli intendono promuovere e valorizzare tra i lavoratori le ragioni dell’accoglienza, senza ignorare i motivi delle preoccupazioni che essa porta con sé”, ha aggiunto. “Quest’anno abbiamo deciso di sfidare il presente, invece di interrogarci sul passato”, ha spiegato Mantegazza ad avviso del quale “tra i protagonisti dei racconti ci siamo anche tutti noi, perché nelle storie raccontate c’è tanta umanità e solidarietà, ma anche tanta freddezza e egoismo”. “Questa – ha proseguito – è una “possibile chiave di lettura che deve far riflettere. Sono migranti tutti quelli che sono costretti a trapiantare le loro radici, anche se di poco, e questo vale anche per i terremotati”, ha osservato Mantegazza, secondo cui “i momenti difficili si superano mettendo insieme la forza dei singoli e la solidarietà del gruppo, che è l’unico collante possibile”. “C’è un forte e reale rischio che si apra una lotta di classe tra le democrazie occidentali e i disperati che scappano dai loro paesi e per questo il sindacato deve schierarsi”. “La politica in tutto il mondo sta spostando il suo modo di ragionare. E a differenza del passato sono proprio i grandi partiti che stanno modificando i loro orientamenti; noi non cambiamo rotta anche se spirano venti sfavorevoli”, ha asserito. “Il governo si sta muovendo in maniera corretta, ma bisogna fare di più, soprattutto in ambito comunitario”, ha concluso Mantegazza tra gli applausi.
Fonte: www.lavoroitalianoagroalimentare.eu